24-03-2013

ECONOMIA DELL'ESSENZIALE

nella visione politica di un privato cittadino

Ch'e` successo?

Nel 1981 la Banca d'Italia viene "sganciata" dal Ministero del Tesoro, nel senso che lo Stato non e` piu` "debitore privilegiato" di tale banca e per ricevere prestiti deve ora rivolgersi alla finanza di tutto il mondo e pagare tassi d'interesse secondo le "regole del mercato". Uno dei fattori dell'aumento del debito pubblico nei decenni successivi e` proprio la porzione di indebitamento di volta in volta finalizzato a pagare gli interessi.
Il "privilegio" dello Stato quale debitore di Banca d'Italia consisteva sostanzialmente nel fatto che quest'ultima era obbligata ad acquistare alcuni suoi titoli, ricorrendo anche all'emissione di valuta. Un "privilegio" tipico degli stati con una banca centrale pubblica... e che, salvo quelli aderenti all'euro ed altre rare eccezioni, nel mondo tutti ancora hanno!

Proprio una gran pensata quindi, questo "divorzio" del 1981, per la quale dobbiamo "ringraziare" soprattutto Carlo Azeglio Ciampi, allora Governatore della Banca d'Italia, e Beniamino Andreatta, Ministro del tesoro.
Chi ringrazia veramente, cioe` senza l'ironia delle virgolette, e` invece una certa oligarchia padrona, la vera mandante dell'operazione, che intravede, nel nuovo corso, la possibilita` di far fruttare i propri capitali ricattando lo Stato debitore; cioe` spostandoli dall'area soggetta a rischio d'impresa verso quella della speculazione finanziaria. Tuttavia la sfida ancora in corso sul piano del confronto con il "socialismo reale" dell'URSS non consente di sciogliere tutti i lacci e lacciuoli che vincolano lo sviluppo dei grandi capitali al sostentamento di un minimo di stato sociale, quel tanto che basta per accreditare il messaggio secondo cui il capitalismo e` il migliore dei sistemi possibili, anche per i poveri.

Ma nel 1989, con la cosiddetta "caduta del muro di Berlino", anche su tale fronte si registra una svolta storica... Il messaggio ai popoli del mondo e` che il capitalismo ha vinto, non ha piu` confronti da sostenere, puo` finalmente dispiegare le sue ali, rivendicare piena liberta` di manovra e di espansione in sempre nuovi settori della vita sociale ed individuale, sulla base del tradizionalmente preteso concetto che e` la ricerca del massimo profitto di ciascuno il vero motore dello sviluppo dell'intera societa`.
E quando il massimo profitto da realizzare e` quello relativo a capitali immensi occorre inventarsi di tutto. L'espansione geografica dei mercati, per altro giunta a compimento con la globalizzazione, non basta; occorre creare mercati virtuali, finanza d'azzardo; e l'affermazione di un neoliberismo che consenta di trasformare in fonti di profitto persino le esigenze vitali delle persone, attraverso la privatizzazione non solo dei servizi pubblici ma anche dei beni comuni.
Quelle ali dispiegate, quindi, si rivelano presto d'avvoltoio; e cio` ci porta dritti dritti alla crisi attuale, che ci consente di vedere con i nostri occhi (non l'avessimo gia` teorizzato) il vero volto del capitalismo; il quale non potendo contenersi a mero modello economico assurge al rango di sistema di sviluppo tout-court dell'umanita`, impregnandone ogni tessuto.
Ma facciamo un piccolo passo indietro, verso l'Italia.

Un paese e` tutt'altro che un'azienda, ma forse non e` un caso che la metafora dell'azienda faciliti la comprensione delle vicende politiche degli ultimi 20 anni nel nostro. Anni nel corso dei quali due distinti gruppi di dirigenti si contendono il ruolo di servitori della "proprieta`".
Per i motivi esposti all'inizio la "proprieta` dell'azienda" e` da considerarsi un'oligarchia di potentati della finanza, di natura legale ed illegale. Mentre gli aspiranti servitori in competizione per aggiudicarsi i "favori" della proprieta` sono da un lato il top-management che si identifica in Berlusconi e dall'altro quello che si identifica nelle varie sigle PDS, DS e PD.
Il primo gruppo vanta notevoli punti di forza... fra cui un efficace strumento di persuasione di massa... la televisione. Ma anche il fatto che il suo leader possiede personalmente una bella fetta di "azioni societarie", circostanza percepita dalla "proprieta` controllante" come interesse diretto a "ben operare".
L'altro gruppo, quello delle sigle di partito, si presenta con un buon "curriculum di settore", senz'altro consono al ruolo conteso... e millanta un radicamento popolare che gli consentirebbe di far "ingoiare rospi" alle "maestranze di basso livello", quelle piu` vaste quindi, depotenziandone le reazioni.
(http://nopartisan.blogspot.it/2009/10/spudoratismo.html)
Messa giu` cosi` non stupisce che nel ventennio in esame il top-management che per maggior tempo ha "guidato l'azienda" sia quello facente capo a Berlusconi!
Ma le elezioni? Non decidono nulla?
In tale contesto le elezioni sono poco piu` che un sondaggio circa il "clima aziendale". L'importante e` che soggetti incompatibili con la proprieta` non abbiano chance d'imporsi alla guida; e nel momento in cui i due principali contendenti non aspirano ad altro che porsi in top-class ai servigi dell'oligarchia padrona quest'ultima ha poco di che preoccuparsi. Del resto si e` provveduto a "regole elettorali" che rafforzano questo scenario, in molti si allineano di buon grado sulla via tracciata dai "protagonisti". E poi, se c'e` qualcosa da riaggiustare in Parlamento tra un'elezione e l'altra, "la proprieta`" e` sempre in condizioni di farlo, come dimostrato piu` volte nel ventennio.

Attenzione pero` a non commettere l'errore di pensare che sul fronte dei potentati dominanti tutto sia sempre uguale a se stesso. Uguale e comune ai vari soggetti dell'oligarchia rimane il fine di sfruttare le risorse del paese, ivi compresi i comuni cittadini, per il profitto. Diversa puo` invece essere di volta in volta l'influenza dei soggetti stessi (anche per alterne fortune).
Per esempio nel corso della legislatura 2008..2013 sono andate divaricandosi due "tendenze oligarchiche"; una che potremmo definire "protezionista" e l'altra "internazionalista"; una tendenza ad essere "padroni in casa propria", pur non disdegnando eventualmente vantaggiose "partnership estere", ed un'altra ad aggregarsi ai potentati finanziari della globalizzazione.
Possiamo semplificare l'interpretazione dei fatti pensando ad una tendenza protezionista rappresentata da Berlusconi e ad una internazionalista che ad un certo punto ha prevalso, imponendo Monti per cogliere il trend di certi "ambienti senza frontiere".

Semplificazioni a parte non si puo` sottovalutare il significato del referendum sull'"adeguata remunerazione del capitale investito" nella gestione del servizio idrico integrato. Dopo decenni di propaganda neoliberista del gia` citato concetto secondo cui "e` la ricerca del massimo profitto di ciascuno il vero motore dello sviluppo dell'intera societa`" ben 26130656 elettori hanno dimostrato di non crederci affatto.
(http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=F&dtel=12/06/2011&tpa=Y&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S)
Con il 95,8% dei voti validi hanno stabilito che la disponibilita` di un servizio pubblico essenziale come l'idrico non puo` dipendere dalla remunerazione del capitale investito; il diritto d'accesso all'acqua potabile va tutelato indipendentemente dalle logiche del profitto.
(http://nopartisan.blogspot.it/2011/06/buongiorno.html)

Sui risultati dei 4 referendum del giugno 2011 ci sarebbe molto da dire, soprattutto per la combinazione tra il gia` citato e quello sulle modalita` di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali; per altro, dei 4, sono proprio questi 2 ad aver registrato partecipazioni piu` alte. Ma qui mi preme sottolineare come essi abbiano formalizzato l'ormai sopraggiunta incapacita` di Berlusconi di favorire l'oligarchia dominante, nello specifico non riuscendo a rendere obbligatoria, per reazione del popolo sovrano, la privatizzazione di taluni servizi.
Formalizzazione immediatamente recepita dalla BCE per poter inviare l'ormai famosa lettera con le esplicite richieste esecutive al governo italiano; quella che in sostanza rappresenta "il papello di Draghi-Trichet".
(http://nopartisan.blogspot.it/2011/08/assurdo-per-default.html)

Ad agosto 2011 il Governo Berlusconi IV vara un provvedimento volto a reintrodurre nell'ordinamento (servizio idrico escluso) quanto abrogato dal gia` citato referendum sulle modalita` di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali, ma e` una toppa che non puo` reggere. Infatti, nonostante tale provvedimento sara` "avallato e perfezionato" anche dal Governo Monti, la Corte costituzionale non potra` esimersi, nel luglio 2012, dal dichiararlo incostituzionale (sentenza 199/2012), proprio in relazione all'esito del referendum del giugno 2011.
Insomma la "tendenza oligarchica internazionalista" ha buone ragioni per non considerare piu` Berlusconi "utile" e la divaricazione rispetto a quella "protezionista" aumenta. Ma l'evento secondo me determinante e` la maestosa manifestazione popolare del 15 ottobre 2011 a Roma. Sicuramente contro il Governo ma anche collegata alle rivendicazioni degli "indignados" di tutto il mondo.
Nella comunicazione di massa dell'evento passa solo la violenza degli scontri. Ma anche se per i vari organizzatori non aver potuto lanciare i propri messaggi dalla piazza rappresenta una sconfitta, a chi detiene interessi immensi nel nostro paese non e` sfuggito il senso di fondo della cosa... Centinaia di migliaia di persone in corteo, nelle quali si potrebbe riconoscere un intero popolo che alza la testa, sono il segno che non si puo` indugiare oltre.
(http://nopartisan.blogspot.it/2011/10/roma-2011.html)
A novembre 2011 s'insedia il Governo Monti.

Per l'altro gruppo di dirigenti, quelli che si identificano con la sigla PD, la suddetta dinamica della divaricazione rappresenta l'ennesimo intoppo sulla via della conquista del ruolo di top-management; infatti danno per scontato che dopo Berlusconi la guida del paese competa a loro ma il nuovo problema e`: "Al servizio di chi?".
Il terrore di "scontentare qualcuno" li spinge a scommettere su una ricomposizione delle due tendenze oligarchiche, che consentirebbe loro di eludere la domanda... Ma all'avvio della campagna elettorale 2013 e` ben evidente come la divaricazione sia invece ulteriormente accentuata...
La tendenza protezionista e` attratta da Berlusconi, quella internazionalista da Monti, mentre Bersani non sa ancora da chi ricevera` "appoggio" (ovviamente non stiamo parlando di elettori). In fondo se l'agognato appoggio ci fosse a lui poco importerebbe da chi promana... "siam mica qui a palpeggiare le bambole"... Il guaio e` che in questo scenario piu` ingarbugliato del previsto anche l'appoggio non puo` che essere piu` esiguo del previsto.

A fine febbraio 2013 i nuovi eletti facenti capo alla trinita` Bersani-Monti-Berlusconi risultano essere 247 al Senato (78%) e 509 alla Camera (81%). Si tratta di un ridimensionamento se si considera che la prima fiducia al Governo Monti registro` 281 voti favorevoli al Senato e 556 alla Camera. Ma e` troppo presto per capire se e come cio` influenzera` i rapporti di forza tra la tendenza protezionista e quella internazionalista.

Che fare?

Tutti necessitiamo dell'essenziale, per definizione.
Se, per pura ipotesi, nella realta` delle cose non riscontrassimo sufficienti risorse per provvedere, almeno potenzialmente, all'essenziale di ciascuno sarebbe ipocrita professare la pace... Con quali "criteri pacifici" si pretenderebbe di discriminare fra chi deve soccombere e chi no?
(http://nopartisan.blogspot.it/2008/12/guerra-o-pace.html)
Ne deriva che chi, come me, crede sia possibile vivere tutti in pace (del resto proprio le evidenze scientifiche ci fanno classificare come tale la su esposta "pura ipotesi") deve dare per scontato che esiste almeno una (ma se ne possono immaginare tante) regolazione della vita sociale tale che a nessuno manchi cio` che gli e` essenziale per vivere dignitosamente.
(http://nopartisan.blogspot.it/2009/12/la-storiella-dellumanita.html)

Prima di tuffarmi nell'esposizione del "che fare" necessiterei di altre premesse; per esprimerle trovo conveniente riportare qui il testo di un'e-mail con la quale nel settembre del 2009 intervenivo nella discussione provinciale anconetana in relazione al processo nazionale che di li` a poco sarebbe approdato alla costituzione di Sinistra Ecologia Liberta` (cui naturalmente non ho partecipato)...

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Da: "Alberto Orioli" <alberto.orioli@nopartisan.info>
A: <sinistra.per.ancona@gmail.com>
Oggetto: anch'io "contribuente"
Data: domenica 6 settembre 2009 15.41

Cosa c'e` di nuovo?

C'e` che il superamento della soglia millenaria ha coinciso grosso modo col
superamento della "soglia di complessita` gestibile con metodi
verticistici".

Varieta` e dinamica delle situazioni che ci troviamo a vivere ogni giorno
sono in continua crescita e valutare quali siano le posizioni da prendere,
per esempio, nel proprio luogo di lavoro, per l'istruzione dei figli, di
fronte alle proposte di una banca o della pubblicita`... insomma in tutti i
"compiti" che dovremmo svolgere in qualita` di cittadini del terzo
millennio, e` sempre piu` difficile; tanto e` vero che sempre piu` spesso
dobbiamo registrare incoerenze, quando non addirittura contraddizioni e
scelte controproducenti.

Una complessita` che nessuna dirigenza di partito puo` pensare di
affrontare efficacemente con direttive agli iscritti o lanciando slogan,
soprattutto in considerazione che e` della sinistra che stiamo parlando,
dove palesandosi esaltato lo spirito critico il "fanatismo" fa molta piu`
fatica ad attecchire... Non e` piu` il tempo di cercare soluzioni
suggestive nei "fari illuminanti" o in nuove star mediatiche, il partito
deve necessariamente fare affidamento sui propri aderenti, alle loro
personali valutazioni, se vuole una tempestiva azione politica e culturale
in tutte "le pieghe" della societa`. Per questo deve favorire sviluppo ed
affinamento degli strumenti intellettuali appropriati.
Ma essendo il suo compito principale "concorrere con metodo democratico a
determinare la politica nazionale" dovra` preoccuparsi di trovare un
ottimale compromesso tra l'intraprendenza necessaria ad ottenere piu` voti
e la corretta rappresentanza di chi gia` glieli ha dati. Pertanto non
porta` dispargere le proprie "risorse formative" in tutti gli ambiti
auspicabilmente "conquistabili" da una cultura di sinistra, dovra`
limitarsi a quelli piu` strettamente politici; al resto devono provvedere
movimenti ed associazioni, in questo senso autonome, dove anche "esigue
minoranze" hanno piena liberta` di azione.
Insomma sia partito che associazioni insistono sulla societa` ma con ruoli
e priorita` diverse, ed avendo interesse a "promuoversi" a vicenda (sempre
che meritino almeno la sufficienza!).

(Sull'argomento "partito" segnalo un mio intervento on line del
22-04-2008...
http://www.comprendonio.info/I/UnlimitedInside/I/ToExSAForum/200804220039%20[Piu%60%20che%20un%20partito%20ma%20anche%20partito].HTM

Sull'argomento "cultura di sinistra" segnalo invece una divagazione del
7-08-2008...
http://www.comprendonio.info/I/UnlimitedInside/I/ToExSAForum/200808071551%20[Alle%20sorgenti%20della%20sinistra].HTM
)

Lo stop alle associazioni per la sinistra per favorire lo start a SINISTRA
E LIBERTA` non m'e` piaciuto per niente; e nel risultato non c'e` nulla che
possa a posteriori farmi cambiare sentimento. Resta solo il rispetto e la
gratitudine per chi si e` fatto concretamente carico dell'operazione
elettorale.
Ma serve e servira` ancora a lungo un appropriato spazio per un libero
confronto argomentato. Infatti quando parlo di sinistra unita non intendo
assolutamente un neo-conformismo forgiato da un partito di sinistra, semmai
una virtuosa compattezza in tutte le sedi istituzionali ove il partito sia
a buon diritto presente.

Il partito che si andra` a fondare dovrebbe quindi prima di tutto tenere
fede all'obiettivo di UNIRE LA SINISTRA, perche` conti di piu`; e
paradossalmente, in questa fase non soggetta ad una democrazia formalizzata
(e come potrebbe esserlo?), quanto piu` lo si caratterizza politicamente
tanto meno lo si partorisce inclusivo.

Per unire la sinistra abbiamo bisogno di un partito organizzato in modo
tale che siano individualmente considerate, o considerabili, tutte le
variegate opinioni di coloro che hanno la fierezza ed il coraggio,
nell'odierna Italia, di dichiararsi pubblicamente di sinistra. E poiche`
esse (opinioni) sono talvolta contraddittorie soltanto una reale democrazia
interna, tendenzialmente diretta, potra` legittimare le determinazioni che
di volta in volta verranno assunte, cosi` mitigando i malumori di chi si
trova in posizioni minoritarie.
Nessun partito puo` attualmente vantare tale caratterizzazione; e quando ci
sara` motivo per ulteriori scissioni in cio` che "di rigido" e` rimasto
della sinistra novecentesca italiana il partito di cui parlo io sara`
attrezzato per accogliere (individualmente) chi altrove si vede costretto,
proprio per mancanza di democrazia interna, a scelte frazioniste.


Alberto Orioli
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Tutto cio` premesso il mio contributo non puo` che cercare "condivisione dal basso", anche quella di coloro che hanno eventualmente una visione globale diversa dalla mia, purche` non antitetica, ovviamente, al senso proprio del contributo stesso. Per questo mi faccio scrupolo di delinearne contorni il piu` possibile inscrivibili nelle geometrie politiche risultanti dall'ascolto, canonico o anche solo occasionale, dei vari "compagni di viaggio" in altre ed eterogenee vertenze.
Ovvero si tratta dell'approfondimento di una piccola parte delle tante problematiche che abbiamo di fronte; scartando in partenza la pretesa di voler "dire la mia" su tutto ma con la consapevolezza che solo la "compatibilita`" con diversi contesti generali puo` consentire il confluire sul "contributo" (o su qualche sua variante) di tutto il supporto necessario per la sua metamorfosi in concreto risultato politico e sociale.

Si puo` pensare che l'essenziale per vivere dignitosamente sia composto da "cose" variamente classificabili... dall'essenzialita` oggettiva, scientificamente dimostrata, non scientificamente dimostrata, soggettiva collettiva, soggettiva individuale, recepita dalla legge, tutelata, non tutelata e via dicendo; con cognizione, per altro, che la medesima "cosa" puo` figurare in classificazioni diverse...
Ma anche a prescindere da tali approfondimenti e` piu` che lecito, politicamente, enucleare la sfera dell'essenziale dalla nuvola del tutto. Questo e` il concetto chiave, che ci consente di agire pur senza padroneggiare l'attuale complessita` del "sistema reale" della societa` umana. E per quanto nella realta` non esistano "sfere perfette", ma piu` o meno deformi, piu` o meno levigate se non addirittura con qualche spuntone, saremo ancora capaci di distinguere una sfera all'interno di una nuvola... o no?
Una sfera di diritti votata all'espansione... Quanto piu` sara` capiente tanto maggiore sara` la porzione di civilta` che l'umanita` esprime (contestualmente ad altri importanti fattori esterni). E la sua superficie e` li` a rappresentare il confine tra cio` che puo` essere concesso al rischio della "sperimentazione politica" (fermo restando il rigetto dei fallimenti gia` decretati dalla storia) e cio` che, in quanto essenziale, al suo interno preserva in nome e per conto di tutti.

Per definirne la composizione possiamo "attingere materiale" da svariate fonti... Prendiamo ad esempio, ma e` solo uno dei tanti possibili, la Costituzione della Repubblica italiana...
Sanita`: articoli 11, 30, 32 e 44.
Insegnamento: articoli 9, 30, 33, 34 e 35.
Partecipazione: articoli 3, 4, 17, 18, 21, 35, 39, 41, 43, 44, 46, 48, 49, 50 e 51.
Emancipazione: articoli 3, 4, 9, 13, 16, 23, 24, 25, 27, 32, 36, 40, 41 e 48.

La peculiarita` della Costituzione, rispetto ad altre fonti cui attingere per definire la composizione della sfera dell'essenziale, e` che, essendo anche la legge fondamentale del nostro stato, dobbiamo tenere conto delle eventuali indicazioni circa la sussistenza di tale "oggetto". E` infatti ovvio che non basta scrivere su un foglio di carta l'"elenco delle cose" che riteniamo essenziali per averne la concreta disponibilita`...
Ma essa si fa carico di darci, fra le altre, un'indicazione fondamentale su come "mettere in pratica" le affermazioni di principio, su come garantire i diritti universali... E non ci indica di sperare nella provvidenza divina, o di "lisciare il pelo" ai mercati, ne` di rivolgerci a strozzini di varia natura o affidarci a qualche "salvatore della patria"; e meno che mai ci indica di sostenere la nostra civilta` depredando il resto del mondo o distruggendo l'ambiente naturale dei posteri...
Insomma... "L'Italia e` una Repubblica democratica, fondata sul lavoro."

Prendiamo ad esempio l'accesso all'acqua. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita` (WHO) ogni persona necessita mediamente di 50 litri di acqua al giorno, per scopi alimentari e sanitari.
(http://www.who.int/water_sanitation_healt/diseases/WSH03.02.pdf)
Una qualsivoglia comunita` deve allora includere nella "sfera dell'essenziale" un servizio pubblico attraverso il quale garantire, senza discriminazione alcuna, tale fornitura; e la gratuita` di detto quantitativo essenziale e` condizione necessaria perche` tutti possano fruirne.
Ne consegue che il costo di tale "porzione di servizio" e` a carico della comunita` stessa; e allora che succede se ad un certo punto occorre ristrutturare una parte della rete? E` chiaro che all'opera e` associato un valore economico. E, per prassi diffusa, tale valore finisce per rappresentare l'entita` di un capitale da prendere a prestito.
Pero` in un sistema liberista il capitale viene investito dove rende di piu`. Se una ditta che produce un nuovo gradevolissimo profumo e` in grado di prendere a prestito un capitale ad un tasso del 10% non c'e` modo di "dirottare" quell'investimento sull'opera idrica che tanto ci servirebbe se non garantendo un rendimento superiore. Ma che senso ha legare le sorti della nostra "opera dell'essenziale" al fatto che un nuovo gradevole profumo riscuote un bel successo di mercato?
All'opera e` certamente associabile un valore monetario, ma perche` abbiamo perso la consapevolezza che prima di essere un insieme di bonifici bancari e` soprattutto un'opera?
Dobbiamo pensare ad un'opera anzitutto come l'insieme dei lavori necessari per realizzarla. Questa e` l'alternativa, l'alternativa allo strozzinaggio cui le attuali politiche dominanti ci indirizzano anche solo per ottenere cose essenziali... Prima ancora che denaro dobbiamo rendere merito alle persone per la parte di lavoro finalizzata a garantire l'essenziale.

Immaginiamo allora che ogni cittadino maggiorenne sia titolare di un "conto corrente fiscale" nel quale mantiene il proprio ammontare di "unita` di credito"; al riguardo ipotizziamo che venga istituito l'UCRI, unita` di credito della Repubblica italiana. (Cosi` per passare dall'immaginazione all'implementazione non dovremo aspettare che si costituisca una repubblica mondiale!)
Se tale cittadino svolge un lavoro nell'ambito dell'economia essenziale dello Stato riceve da questo in compenso, sul proprio conto corrente fiscale, un ammontare di credito. Egli e` libero di disporne l'immediata conversione in denaro a carico dello Stato, secondo una sorta di tasso di conversione regolamentato come vedremo piu` avanti ma tale, in ogni caso, che le condizioni economiche del proprio contratto di lavoro, quand'anche espresse in euro, siano pienamente rispettate.
Tuttavia predeterminate, e permanenti, agevolazioni associate al conto corrente fiscale indurranno il titolare a limitare le conversioni in euro dei propri UCRI. Infatti, a motivo della loro origine, non ha alcun senso sottoporre a qualsivoglia genere di tassazione tali crediti, sia nello scambio che nell'accumulo; ed anche il conto corrente fiscale non puo` comportare al titolare costi propri.
In particolare lo scambio di UCRI fra i cittadini costituisce un modo aggiuntivo esentasse di regolare i reciproci rapporti economici. Quindi, considerato nel suo insieme, il "circuito" dei conti correnti fiscali mantiene sempre un ammontare di crediti non convertiti in denaro. Il che costituisce una forma alternativa di risparmio privato.
A differenza del risparmio mantenuto nel circuito bancario questo e` totalmente scevro da rendite capitalistiche, ovvero privo di rischi, ovvero garantito dallo Stato. Quindi va da se` che quest'ultimo sempre accetta UCRI, in alternativa al denaro, quando deve ricevere somme dai cittadini.
Affinche` questo sistema, nello spirito per cui viene implementato, rimanga protetto da "deleterie infiltrazioni" della finanza occorre stabilire una regola fondamentale... Solo lo Stato puo` immettere UCRI nel circuito dei conti correnti fiscali.
Ossia, ai titolari di questi ultimi non puo` essere vietato di scambiare euro con UCRI (dal momento che si possono usare UCRI per qualsiasi acquisto se il venditore li accetta), ma tali scambi non variano l'importo totale di UCRI mantenuti nel circuito. Mentre se si dispone la conversione in denaro a carico dello Stato di una certa quantita` di UCRI essa va a sottrarsi all'importo totale. In pratica questi aumenta solo se lo Stato decide di pagare dei lavori ascrivibili all'economia dell'essenziale immettendo nel circuito "nuovi" UCRI.
In termini finanziari questa "immissione" puo` comportare rivalutazione in aumento del debito sovrano... Ma cosa puo` avere maggiore priorita` di cio` che e` essenziale?

Naturalmente non si possono definire ora i dettagli del sistema proposto ma va evidenziato che la regolamentazione di quella sorta di tasso di conversione cui s'e` accennato deve prevedere, fra l'altro, un lungo tempo di preavviso in caso di variazione. Giusto per rendere l'idea si pensi ad una regola che preveda la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo valore solo negli anni pari e che la variazione stessa possa essere disposta solo per date di anni pari diversi da quello di pubblicazione. Cio` garantirebbe un preavviso minimo di un anno, durante il quale i titolari di somme in UCRI hanno modo di valutare se e quanto convertire in denaro in tempo utile.
Un'oculata quantificazione di questo parametro e` quindi fondamentale per far si` che un'appropriata quantita` di UCRI rimanga nel circuito dei conti correnti fiscali.

Conclusione

Insomma, con buona approssimazione possiamo dire che secondo il modello attuale lavorando si ottiene denaro e col denaro si pagano beni e servizi.
Tuttavia il sistema non solo ha chiaramente dimostrato di non poter garantire la cosiddetta "piena occupazione" ma si e` anche rivelato intrinsecamente tendente a massimizzare la "domanda di lavoro" rispetto all'"offerta", in modo che la "competizione" per ottenere un lavoro induca al ribasso le richieste (non solo economiche) dei lavoratori, fino a condizioni di sfruttamento.
(http://nopartisan.blogspot.it/2008/06/aldo-giovanni-e-giacomo-work.html)
E in questo modello mancanza di piena occupazione implica che non tutti possono permettersi di pagare beni e servizi, quelli essenziali compresi. Per altro la piena occupazione risulta condizione necessaria ma non sufficiente. Infatti anche avendo a disposizione denaro non e` detto che ci si possa permettere l'essenziale perche` il prezzo di beni e servizi e` stabilito dal mercato. E sul libero mercato portare l'acqua a casa tua potrebbe costare molto di piu` di quel nuovo gradevolissimo profumo che riscuote tanto successo... Se l'accesso all'acqua potabile non e` tutelato come diritto universale perche` mai qualcuno all'infuori di te dovrebbe accollarsi il costo del nuovo tratto di rete necessario?
Con il modello attuale puo` capitare di non disporre dell'essenziale pur avendo abbastanza soldi per il superfluo!

Il modello che qui si propone non pretende di "regolare il tutto" ma garantire almeno l'essenziale, producendo i relativi beni e servizi fondamentalmente non attraverso il denaro, ovvero la finanza che esula da un controllo democratico, ma attraverso il lavoro.
Questo modello non promette la piena occupazione; ma certamente neanche ne ostacola il perseguimento (al di fuori o in esso); anzi, per sua natura, il lavoro nell'economia dell'essenziale si prefigura coinvolgente per ampie fasce di popolazione. E per il privato cittadino la prospettiva rassicurante di poter disporre almeno dell'essenziale indipendentemente da eventuali sventure significa potersi lanciare in "imprese eventualmente rischiose", magari qualcuna importante anche per l'intera umanita`.